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Sbrisola (classica o con gocce di cioccolato)

E tu la conosci la sbrisolona? No? Noi di Bollani siamo qui per farti conoscere, ancora una volta, un’altra delizia per il tuo palato. Quindi se sei curioso di conoscere questa nuova prelibatezza dolciaria, rimani sul nostro articolo.

Iniziamo subito facendo un po’ di storia: iniziamo subito con il dire che la sbrisola, conosciuta anche come sbrisolona, è un dolce tipico di Mantova che però oggigiorno è facile da reperire in molte altre zone del Nord. Di questa buonissima torta però, è molto particolare la sua storia.

Ci troviamo nel XVI secolo, e nello specifico le origini di questo dolce vanno ricercate nel mondo contadino, anche se, curiosamente, la torta vede il suo “debutto” nell’ingresso alla Corte dei Gonzaga, una delle più note famiglie del Rinascimento italiano. Nonostante i natali contadini, la Torta Sbrisolona è diventata un esempio di pasticceria raffinata alla Corte dei Gonzaga. Dietro questo successo si cela l’intervento di Bartolomeo Stefani, il cuoco ducale che è stato anche autore del testo “L’arte di ben cucinare et istruire i men periti in questa lodevole professione”.

Modificando e addolcendo la ricetta di base, in particolare sostituendo le nocciole con le mandorle e arricchendo l’impasto con vaniglia, zucchero e limone, Bartolomeo Stefani catturò l’attenzione dei Gonzaga che iniziarono a considerare il dolce una vera e propria prelibatezza. Con il tempo, inoltre, il burro ha preso il posto dello strutto, considerato come il grasso di scarto ricavato dalla lavorazione della carne suina decisamente poco adatto alla tavola nobiliare. Alla farina gialla si è poi aggiunta la farina bianca, mentre il lievito continua ancora oggi a essere totalmente assente dalla lista degli ingredienti.

È bene dire però che la ricetta originale non è stata mai snaturata e, soprattutto, non è andata mai persa la peculiare friabilità della Torta Sbrisolona.

La sbrisolona e quel nome così curioso

Se ti stai chiedendo da dove nasce il suo nome, abbastanza curioso, allora devi sapere che la sbrisolona prende il suo nome dal termine “brìsa”, che in dialetto mantovano significa letteralmente briciola. Chiamata anche sbrisulòna, sbrisolìna o rosegotta in Veneto, ha come caratteristica principale quella di essere appunto, come dice il nome, molto friabile, e quindi ci sarà facile capire che una volta presa tra le mani, inizierà appunto a sbriciolarsi formando briciole molto irregolari e di diverse dimensioni.

La sua antica ricetta prevedeva l’uso di farina di mais e nocciole, unite allo strutto, ingredienti tipici dell’alimentazione contadina che permettevano di ottenere una preparazione povera ma molto nutriente, ideale per fornire energia a sufficienza anche al mattino per svolgere il lavoro nei campi.

Quindi, oltre a essere particolarmente saziante, questa torta poteva essere conservata molto a lungo e la sua notevole diffusione è dovuta principalmente a questo aspetto.

Concludiamo quindi con qualche piccola curiosità: disponibile nelle due varianti, classica o con gocce di cioccolato, devi sapere che la brisolona viene chiamata anche “torta delle tre tazze”, facendo riferimento al dosaggio dei tre ingredienti principali da dosare in parti uguali: zucchero, farina bianca e farina di mais. Inoltre, nonostante la ricetta originale abbia subito alcune modifiche nel tempo, tanto da accontentare anche i palati più raffinati, chi la apprezza cerca sempre di rispettare una tradizione molto antica: spezzare o meglio sbriciolare la torta usando le mani, evitando di tagliarla a fette con il coltello.

Infine, per gustare al meglio questo dolce è possibile immergere le famose briciole nella grappa o in un vino liquoroso, in grado di esaltarne il sapore.